Come e’ cambiato l’atteggiamento delle istituzioni, in primis la scuola e la sanita’ verso chi ha problemi di apprendimento, chi ha difficolta’ nella vita a rendersi protagonista, chi deve lottare con l’autismo e il disagio mentale ? Se ne e’ parlato a Roma in un incontro presso il Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia che ha visto come tema ”Autismo e art ribel nella globalita’ dei linguaggi. Dalle arti all’ arte di vivere. Linguaggi diversi per comprendere meglio” organizzato dall’ Asl Roma 1, dall’ Associazione Musicale ARPA, dall’ Universita’ di Roma Tor Vergata e da Globalita’ dei Linguaggi di Stefania Guerra Lisi.
Applicare l’arte e la musica a soggetti con sindrome autistica sta portando ad ottimi risultati ha detto la professoressa Stefania Guerra Lisi, che e’ stata anche membro dell’ Ocse, che ha creato il metodo MusiArterapia gia’ nel lontano 1970. Ma e’ sulla vita di queste persone, la vita come valore primo, assoluto, dal concepimento in poi, in qualunque condizione psicofisica. E quindi, amore per la vita, che si manifesta con la meraviglia, la dedizione, la gratitudine. La fede nei potenziali umani: un valore che implica una disposizione mentale e una disponibilità etica. La diversità, l’originalità, l’ arte, come emersioni insolite, singolari, eccezionali di potenziali umani. Il piacere, la bellezza come stati, esperienze, manifestazioni di ben-essere della realtà umana e cosmica: da vivere, riconoscere, promuovere in tutte le condizioni umane, nella convinzione che ‘la bellezza salverà il mondo’. L’integrazione come sviluppo, crescita, compimento della persona e del gruppo umano. Comporta senso di appartenenza, convivenza di tutti in condizione di parità, condivisione.
L’integrazione è educazione, animazione, e in moltissimi casi la più potente forma di terapia. Le competenze comuni (in particolare di conoscenza e di cura), innate o acquisite, da valorizzare contro le tendenze dominanti a svalutarle e reprimerle. Potenziali umani, comuni a tutti gli esseri umani, inestinguibili in qualunque condizione fisiopsicologica e culturale. Bambino, Handicappato, Artista sono i soggetti in cui i potenziali umani si manifestano di per sé con maggiore immediatezza ed evidenza, perché meno condizionati da culture o da interessi individuali. Il corpo come sostanza e identità primaria dell’uomo, fondamento della comunanza degli esseri umani tra loro e con l’universo. Unità psicosomatica dell’essere umano: principio che informa costantemente tutti gli aspetti, conoscitivi e operativi, della GdL che in questo si discosta dalle discipline, pedagogiche e terapeutiche, centrate unilateralmente sulla psiche o sul corpo. Libertà, autodeterminazione, permesso di essere se stessi, di accettarsi come si è; accettazione incondizionata dell’altro. ‘Arte di vivere’ che ‘non s’impara, si sa’ , perché fondata su una innata sapienza del corpo, che ha inscritto in sé le leggi della crescita. Arte governata dal principio di piacere, che assume compiutezza umana nel compiacimento, e nell’agire porta all’accomodamento (che non è ‘adattamento’).
Questa innata arte di vivere si esprime, in situazioni estreme, con tattiche di sopravvivenza come le stereotipie , i sensorismi, le ‘coreografie dell’utero’. ‘Sviluppo dell’avviluppo’, dall’inarticolato all’articolato, è una legge della crescita organica, della continuità dell’evoluzione umana dalla vita prenatale alla morte, e forse oltre. La modalità tipica dell’evoluzione è la trans-formazione, la metamorfosi. Grembo sociale, come naturale prolungamento del grembo materno. La GdL (Globalita’ dei Linguaggi) ha tra i suoi obiettivi fondamentali la formazione di tutti a svolgere questo ruolo, sviluppando le competenze primarie di cura di cui tutti siamo dotati per natura. In questo la GdL si oppone alla facile delega agli specialisti della cura, necessari ma non sufficienti.
La GdL ha anche un suo concetto di integrazione: accomodamento di ogni persona nel grembo sociale, e di completezza raggiunta dal grembo sociale stesso. Unità Uomo-Cosmo, che sviluppa empatia cosmica e induce a cercare (con Bateson) la struttura che connette tra loro vari ordini diversi di realtà dell’universo. Continuità espressione-arte. Fra arte con la minuscola e arte con la maiuscola, la differenza è di più/meno, non di sì/no. Questo dà fondamento all’arte come terapia. Infatti esprimere i propri potenziali umani di comunicazione ed espressione – nelle arti come nell’arte di vivere – è sempre terapeutico: e quanto più, tanto meglio. In questo senso nell’ottica della GdL l’arte (musica, pittura, danza, ecc.) è arteterapia, ossia è terapeutica anzitutto per chi la fa. Animazione come risveglio di potenziali latenti, repressi o rimossi in persone, gruppi, collettività. In questo senso il progetto dell’animazione si sviluppa coerentemente da progetto educativo-terapeutico in progetto politico. Cura globale, indissolubilmente affettivo-educativo-terapeutica, della persona come tale, come unità psico-corporea. Valorizzare, non valutare, nel rispetto dei potenziali umani e della parità tra persone umane. Possedere, non essere posseduti: si vuole così affermare la centralità di un unificatore della persona, la tendenza a una consapevolezza profonda, la dignità della persona che non deve lasciarsi manipolare da niente e da nessuno.
Un allievo con bisogni speciali e particolari come quello affetto da disturbo autistico può trovare nella scuola un ambiente idoneo per il suo sviluppo e per la sua integrazione sociale? Ha senso perseguire obiettivi di inclusione per un bambino che risulta poco attrezzato per vivere con gli altri, enfatizzando deficit a livello di interazione sociale, comunicazione sociale, comportamento e tipologia di interessi? Il convegno ha inteso dare risposta a tali quesiti di fondo e, adottando un approccio pragmatico e operativo, presenta numerose linee d’azione in grado di rendere l’esperienza scolastica degli allievi con autismo un’opportunità davvero importante di crescita e interazione. Certamente il progetto inclusivo riveste grande complessità e richiede un’alleanza significativa fra tutti gli attori chiamati ad intervenire: non solo il personale educativo, ma anche le famiglie, i servizi specialistici, gli enti locali, le associazioni. Progettazione, Organizzazione, Didattica speciale e Compagni sono le quattro parole chiave che identificano altrettanti percorsi di lavoro per centrare il bersaglio dell’integrazione.
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